"Immaginare la pace"

Cos’è “Immaginare la pace”

“Immaginare la pace” accoglie, sotto un’idea comune, alcune iniziative che possano inquadrare il conflitto arabo-israeliano: rispondono al bisogno di capire gli eventi, superando facili semplificazioni. Esse sono delle proposte nate, e in alcuni casi condotte, da docenti e da studenti.

La realizzazione di tali iniziative sarà pubblicizzata, nel corso dell’anno, tramite circolare e attraverso i nostri canali di comunicazione (Sito istituzionale, pagina Instagram, Bartolonline),  con il titolo di “Immaginare la pace”.

Esse si articolano in tre aree,  “Approfondimento critico e storico”, “Arti e letteratura come strumenti di mediazione”, “Iniziative di solidarietà” e comprendono conferenze, eventi sul territorio, proposte di letture e film, in un dialogo tra le diverse componenti del nostro Istituto che possa raggiungere anche la cittadinanza. 

Perché “Immaginare la pace”

L'Onu ha indiscutibilmente contribuito a plasmare un ordine internazionale elaborando valori condivisi: pace, sicurezza e cooperazione internazionale, affermando la prevalenza del principio della coesistenza pacifica. Si tratta di valori che richiamano una visione collaborativa, dialogante, in cui il rispetto delle prerogative di ogni Stato e il rispetto delle persone disegnano un sistema coerente, basato sulla Carta delle Nazioni Unite e sulla Dichiarazione universale dei Diritti dell'Uomo. Quel sistema resta oggi più che mai valido, proprio di fronte ai disastri che la sua inosservanza procura, e va difeso, proprio perché si trova sotto attacco (dall’intervista a Sergio Mattarella su La voce di New York del 23/10/2025)

Che fare di fronte alla negazione, nella realtà, dei principi che la scuola è chiamata a insegnare? Come continuare a parlare di tutela dei diritti umani, delle funzioni dell’ONU, dei valori su cui si fondano le nostre istituzioni democratiche, quando quei diritti e quegli organismi appaiono nei fatti svuotati di forza e di senso? Non siamo dentro una torre chiusa:  la strage di Hamas del 7 ottobre 2023 e la risposta senza proporzione di Israele hanno fatto conflagrare, nella sua evidenza, una crisi di lunga data, rispetto alla quale noi, docenti e studenti, non ci sentiamo indifferenti. Abbiamo bisogno di capire insieme, di prendere posizione. 

“Immaginare la pace” significa dunque formare menti abituate a pensare la pace come possibile, menti adulte che lavorino per essa. Bisogna imparare a “immaginare la pace” per darle diritto di esistenza, tanto più in questo tempo.

In questo tempo in cui la logica dei rapporti di forza ha prevalso sulla politica, senza fermarsi davanti a nessuno, civili inermi e innocenti, medici e operatori sanitari, volontari delle Organizzazioni Non Governative e giornalisti che provano a documentare e raccontare la realtà, vogliamo ribadire che per noi la via maestra della pace è quella indicata dall’articolo 11 della nostra Costituzione. Si tratta della via del diritto internazionale: “consentire, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra le Nazioni”.

Come docenti abbiamo scelto di fare della cultura e dell’educazione strumenti di crescita, di dialogo e di confronto. Il ripudio della guerra, così solennemente affermato nell’articolo 11 della Costituzione, è per noi un abito quotidiano, una scelta umana e professionale. 

Sappiamo bene che il popolo ebraico ha sofferto l’inimmaginabile ed è proprio anche in nome della memoria della Shoah, del “mai più” che ogni 27 gennaio insegniamo ai nostri studenti, che, mentre ribadiamo con forza il diritto di Israele all’esistenza e alla sicurezza, dobbiamo credere ed esigere che i diritti del popolo palestinese alla terra, all’autodeterminazione e a uno stato sovrano siano riconosciuti e garantiti da Israele e da tutta la comunità internazionale.

Lo sguardo al mondo

Il percorso “Immaginare la pace” vorrebbe aprire uno spazio di discussione e approfondimento sull’attualità, Lo sguardo al mondo, che prosegua oltre la conclusione di quest’anno e che possa rispondere al bisogno di conoscere, leggere, interpretare gli eventi del presente, anche al di là dei confini del nostro quotidiano e del nostro paese. Sguardo al mondo e non sul mondo, cioè uno sguardo che parta dall’orizzonte comune e non che osservi dall’alto. La conoscenza dei problemi nella loro complessità geopolitica, infatti, non andrebbe mai disgiunta dal coinvolgimento emotivo, quel coinvolgimento che solo arte e letteratura sanno risvegliare e senza il quale la conoscenza della realtà resta fredda analisi: la conoscenza deve suscitare una reazione, il desiderio di agire, la trasformazione di sé. 

Ora più che mai è necessario che insieme, giovani e adulti, non abdichiamo alla difesa dei valori dell’umanesimo su cui si è costruita la nostra idea di futuro e a cui lo spirito umano deve continuare ad aspirare.

Monza, 8 ottobre 2025

I docenti promotori